Aspettiamo un po’ finché il padre non si avvicina alla macchina, si china con le spalle, abbraccia suo figlio e lo carica a peso morto sulle spalle. La testa ciondola e pure il resto del corpo, non è svenuto, ma immagino abbia una tetraplegia che gli impedisce l’uso degli arti. Gli occhi del bambino sorridono. Il padre invece nei suoi gesti lenti, che immagino uguali ogni giorno, ha gli occhi che tradiscono un dolore immenso, una fatica sovrumana, che non è la fatica di quel gesto, ma di quello che quel gesto racconta. Lui si “fa carico” del figlio, e sa che lo farà tutta la vita. Raccontano di un uomo abituato a non essere aiutato, non perché rifiuti una mano, ma perché in verità quella “mano” non c’è. Gli occhi di quel padre raccontano la fatica di tante famiglie, che hanno scelto o incontrato la vita diversa dei propri figli, che li ha spaventati o annientati, che gridano aiuto in un assordante silenzio.
Silenzio che stride con il rumore roboante di motori spettacolari, di veri e propri gioielli del pensiero umano, l’eccellenza di cui l’Italia va famosa nel mondo, automobili curate in ogni dettaglio, fino allo specchietto retrovisore e il bullone con cui è stretta la testata del motore sono pensati e studiati e collaudati con una perizia incredibile. L’intelligenza e la sapienza dell’uomo realizzano cose belle e impossibili.
Mi fa ben sperare che presto sappiano immaginare risposte agli occhi di quel papà. Non risposte di alta tecnologia, ma di buon senso, cuore e cervello. Non è difficile da inventare, basta dedicare pochissimi soldi all’assistenza… lo stesso buon senso, cuore e cervello che ci ha raccontato in un giorno di festa chi ha pensato questa manifestazione e chi la ha animata per la gioia contagiosa di tante persone con disabilità, che tutto sono meno che tristi.
Luigi Vittorio B.
Nominare e ringraziare tutte le persone che ogni anno contribuiscono, con generosità e impegno, a fare bella la nostra 6Rds è un compito molto grato ma estremamente difficile; ci perderemmo in un meandro di nomi e di sigle. Nessuno ce ne vorrà se accumuniamo tutti gli Amici, le Associazioni, le Istituzioni Nazionali, i Volontari, i Piloti, i Commercianti, le Aziende ed i Partecipanti in un grande e caloroso GRAZIE che è insufficiente per esprimere pienamente i nostri sentimenti e la nostra grandissima riconoscenza.
Vogliamo però ricordare e ringraziare tre persone che porteremo sempre nel cuore, il prof. Giovanni Bergna che tanti anni orsono ha avuto questa splendida idea e che sommando le ruote delle vetture con quelle delle carrozzine ha inventato la sigla 6RDS, felice e ingenuo errore di somma che da un prof di matematica nessuno si aspettava ( anche se abbiamo il dubbio che l’errore sia stato premeditato e voluto!); il caro amico Leo Baldinu che è stato un pilastro della 6 Rds fin dalla prima edizione, prima nel gruppo di ragazzi che espresse il desiderio di fare un giro di pista per diventarne poi uno degli organizzatori ed infine Paol-one Ferrario che dalla prima edizione fino a che ha potuto ha partecipato all’organizzazione della manifestazione.
UILDM Monza